Dies Natalis

Jesi, la città del Solstizio d’Inverno

L’UNESCO ha indicato Jesi come “città esemplare” per l’integrazione architettonica dei vari strati storici. Ben riconoscibili sono anche il Castrum, la planimetria della città in epoca romana con in particolare il punto di fondazione oggi evidenziato da una targa in bronzo posta a terra nell’attuale Piazza Federico II (incrocio tra via degli Orefici e Costa Lombarda/Via del Fortino).

In questo punto l’augure, dopo gli atti rituali, iniziava a tracciare le prime due strade della città individuando le direzioni ortogonali dei due assi principali: cardo e decumano.

Se normalmente gli assi erano direzionati verso i punti cardinali, la particolarità di Jesi è l’orientamento del decumano esattamente in direzione del sorgere del sole all’alba del Solstizio d’Inverno. Questo rende possibile individuare il giorno esatto della fondazione: Dies Natalis della città!

Oltre al significato simbolico del Solstizio d’inverno (per tutti i popoli antichi l’inizio dell’inverno, il sole che iniziava la sua risalita sull’orizzonte e le giornate che tornavano ad allungarsi, rappresentava una rinascita: materiale e spirituale) l’orientamento scelto permetteva di scandire e regolare il calendario. Da questo dipendevano tutte le funzioni rituali, sociali e le attività umane per lo più agricole e pastorali.

Il fenomeno è ancor oggi perfettamente visibile, puntando lo sguardo dalla placca in Piazza Federico II verso Costa Lombarda, in un periodo limitato di tempo (nei giorni a cavallo del solstizio stesso) intorno alle ore 7.50.

(la scoperta è stata fatta nel 2023 da 2 ricercatori jesini, Francesco Formiconi e Gianluca Curzi, e divulgata con la conferenza “Jesi nella scienza delle stelle e delle pietre” in collaborazione con il prof. Giulio Magli titolare della cattedra di Archeoastronomia del Politecnico Milano)

Copertina del libro “Jesi: La città del solstizio d'inverno”
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